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3 agosto 2006

Stampato da: MondoMarino.net
Categoria: Biologia Marina
Nome del Forum: Biologia Marina
Descrizione del forum: Qui si parla di tutto ciò che concerne la biologia marina, scambio di conoscenze, richieste e spiegazioni. Un luogo d'incontro per gli appassionati ed i curiosi!
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Data di Stampa: 11 Giugno 2024 alle 21:13


Topic: 3 agosto 2006
Postato da: biolokitamarina
soggetto: 3 agosto 2006
Postato in data: 20 Agosto 2006 alle 18:37

Così cambiano flora e fauna. Spostamenti naturali o attraverso le incrostazioni delle carene delle navi

 

Squali, alghe velenose, pesci palla Alieni (per il caldo) nei mari d' Italia

Le ultime invasioni da Tropici e Pacifico favorite da temperature fino a 30 gradi

 

 

 

Alghe assassine, meduse urticanti, specie aliene... Cosa sta succedendo nei nostri frequentatissimi mari? Il fatto è che con l' aumento della temperatura globale i millenari equilibri della flora e della fauna marina stanno trasformandosi con riflessi non sempre controllabili sulla biodiversità. Basti pensare alla tropicale alga Caulerpa taxifolia dalle foglie velenose e perciò poco appetite dai pesci erbivori: sfuggita nel 1984 dagli acquari del Museo oceanografico di Monaco, ha già ricoperto 10.000 ettari dei nostri fondali creando problemi alla Posidonia e alle alghe indigene. Non è un caso che trasmigrazioni di pesci tropicali avvengano proprio nel mare Mediterraneo dove, qualche giorno fa, il termometro segnava 30 gradi. Il fenomeno più vistoso è quello, da tempo segnalato, dell' ingresso di animali, soprattutto attraverso il Canale di Suez. Sia con una diffusione naturale sia attraverso le incrostazioni delle carene (fouling) e le acque di zavorra delle petroliere, specie dell' Indopacifico (ma anche dei Caraibi) si stanno diffondendo a un ritmo impensabile. Gia pochi decenni fa, la comparsa di un grande granchio tropicale dalle zampe azzurre nella baia di Augusta in Sicilia, arrivato allo stato di larva sulle chiglie delle petroliere che lì attraccavano, fu una sorpresa per i pescatori locali che iniziarono a farne commercio. Altro «immigrato», questa volta non involontario, è la vongola filippina che, diffusasi dagli allevamenti nell' Alto Adriatico, sta soppiantando, grazie alla sua maggiore adattabilità a condizioni di inquinamento, la vongola verace nostrana. È facilmente riconoscibile, nel piatto degli spaghetti, per avere i sifoni (i due tubicini che fuoriescono dal guscio) uniti invece che divaricati. Ma non solo molluschi e crostacei si possono considerare nuove accessioni alla nostra fauna marina. Come si legge nel recente volume edito dal ministero dell' Ambiente e intitolato «Stato della biodiversità in Italia», anche altre specie stanno a poco a poco popolando i nostri mari. Un pesciolino che chiunque abbia frequentato le barriere coralline dal Mar Rosso alla Polinesia avrà osservato nuotare a sciami attorno alle madrepore, il pesce sergente dell' Indopacifico, ha fatto la sua recente comparsa prima nel Golfo di Napoli e poi nel Mar Ligure. Dall' Alto Adriatico giungono segnalazioni di nuove incredibili specie come il pesce palla, peraltro già pescato, perfettamente vivo, nel 1963 nel Golfo di Taranto. Quale sia stato il mezzo di trasporto utilizzato dalla giovane cernia a macchie arancione proveniente dal Golfo Persico per arrivare nel Golfo di Trieste, dove è stata pescata nel 1998, non è noto, anche se il traffico di petroliere che attraccano a quel terminale fa pensare a un viaggio da clandestina tra le incrostazioni di alghe, denti di cane e altri organismi sulle lamiere di una nave cisterna. Dal 1985 le reti a strascico in azione nel Canale di Sicilia catturano esemplari del tropicale pesce cofano mentre il pesce balestra, tipico dei Caraibi, è ormai di casa nei nostri mari. Nel Mar Ligure è stato da poco pescato un esemplare del marlin nero, il magnifico pescespada protagonista del romanzo «Il vecchio e il mare» di Hemingway. Immigrati meno simpatici possono considerarsi invece lo squalo martello, catturato nel Golfo di Genova, e lo squalo tigre segnalato nello Stretto di Messina, animali pericolosi che vanno ad aggiungersi ad altri pescecani, come il grande squalo bianco, che da sempre vive e si riproduce nel Mediterraneo.

 

 

 

Pratesi Fulco



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Roberta
Biologa Marina

La felicidad para la abeja como el delfin es existir, para el hombre es reconocer la existencia y maravillarse ante ella. -J.Costeau



Risposte:
Postato da: marenostrvm
Postato in data: 21 Agosto 2006 alle 23:33
Veramente molto interessante questo articolo. Peccato che sul tema non ci sia tantissimo, o forse io non riesco a trovarlo. Mi piacerebbe per esempio capire da quanto tempo una determinata specie è entrata nel Med. Indubbiamente c´è in atto una trasformazione. Ma nei secoli precedenti è sempre stato tutto più statico, oppure gli scambi sono avvenuti anche nel passato? E in quali termini? In qualche angolo del nostro bel Paese qualcuno sta studiando queste cose? 

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Michele Abbondanza - Brescia
http://www.aiamitalia.it


Postato da: biolokitamarina
Postato in data: 22 Agosto 2006 alle 01:02
un ipotesi....con il viavai delle barche...puo occorrere lo scambio..

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Roberta
Biologa Marina

La felicidad para la abeja como el delfin es existir, para el hombre es reconocer la existencia y maravillarse ante ella. -J.Costeau


Postato da: nicrosoft
Postato in data: 22 Agosto 2006 alle 15:59
bah ....non so che dire fra pochi anni ci ritroveremo il mare caldo come una vasca da bagno e squali che ti passano tra le gambe chissa che catastrofe ambientale x alcuni esseri marini e quello che mi da più fastidio è che dietro tutto questo ci siamo noiCry by nico
 
 
 
 
il mare unisce i paesi che separa


Postato da: marenostrvm
Postato in data: 23 Agosto 2006 alle 09:42
Beh, ... non tutto il male vien per nuocere! :-)
Troveremo Astroides anche in Liguria, la Halophila non sarà confinata solo nello Stretto di Messina ... e anzi tante belle cose che oggi si possono ammirare solo lì potranno essere viste anche nel Golfo di Trieste o alle Cinqueterre .... ammesso che le associazioni ambientaliste non facciano marcia indietro sulla vicenda della costruzione dei 10.000 metri cubi di cemento.


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Michele Abbondanza - Brescia
http://www.aiamitalia.it



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