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protesilao
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bullet Postato: 15 Novembre 2004 alle 01:32

Ciao Nacio,

non c'è niente di male a voler trasformare il proprio hobby in un lavoro, anzi, sarebbe veramente bello se ognuno di noi potesse fare un lavoro della propria passione, io mi ritengo uno di quei pochi fortunati e per me andare al lavoro non è un peso, anzi è vero il contrario.

Anche da noi in MM l'esperienza non nasce con i vari brevetti, ma è frutto di una lunga e laboriosa gavetta fatta di disponibilità e di sacrificio, mantenersi sempre in forma, non fare stravizi, non bere alcoolici ,specialmente da giovani, non bere caffè, dormire le canoniche 8 ore, assumere uno stile di vita sano e poi affiancare gli anziani per "rubargli" il mestiere e non sentirsi mai "arrivati" non prendere mai, anche l'immersione apparentemente più banale sottogamba, tenere sempre la mente vigile, prevedere le necessità dei compagni, organizzare l'attività e così via. Anch'io ho fatto per cinque anni l'istruttore ai corsi per Palombari e sommozzatori, però devo confessarti che quando ho cessato questa esperienza ho veramente tirato fuori un sospiro di sollievo e tornare ai reparti operativi è stata una grande liberazione.

Trovare un compagno d'immersione esperto è sicuramente la strada giusta, ma non è detto che costui debba essere per forza un istruttore, esistono tantissimi ottimi subacquei che non si sognerebbero, ne vorrebbero mai fare gli istruttori "istituzionalizzati"ma sono delle ottime guide per i giovani.

Non bisogna entrare in nessuna elite, primo perchè queste non esistono e secondo è necessario mantenere la propria indipendenza ed autonomia di carattere e di comportamento, chi si nasconde dietro qualsiasi sigla ha sempre gravi problemi caratteriologici e comportamentali.

Sono andato troppo sul serio e non era mia intenzione, divertiti (soprattutto) e segui i compagni più esperti e...naturalmente dibattiamo sul forum!

Un caro saluto,

Protesilao

Antonio Colacino
Meno istruttori + subacquei!
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enrico.arrigoni
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bullet Postato: 15 Novembre 2004 alle 09:46

Postato originariamente da protesilao


-l'archeologo impara le tecniche d'immersione per fini di ricerca archeologica,
- il naturalista per poter osservare la vita sottomarina nel suo ambiente , e così via.
Un caro saluto anche ad Enrico e a Giorgio.

Ti sei dimenticato i fotografi!!!!!!
ovvero quello che sono disposti a indossare 40 kg di attrezzature per portarsi dietro 1 kg di macchina fotografica!

ps. spero, se mai facessi della subacquea una professione, di diventare come te: amante dell'ambiente e cosciente dei limiti che ci impone e di come affrontarli.
Per ora probabilmente ho in mente qualcosa di diverso, e mi sento di affrontare il mare da "turista competente".. e mai in solitaria, ma sempre con un buddy!

Ciao, Enrico

Ciao Ciao, Enrico.

Azoto? sì, grazie.
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giopei
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bullet Postato: 15 Novembre 2004 alle 10:11
Contraccambio con altrettanto calore il saluto di Protesilao: sabbe bello avere vicino in acqua chi ispira tanta sicurezza.

Continuando a indagare sui miei limiti senza avvicinarmici troppo, io semplicemente mi godo il tuffo fine a se stesso: ad esempio evito di aumentare la folla di sub all'imboccatura di una tana, qualunque cosa possa esserci dentro, e gioco con l'assetto preferendo guardarmi intorno con calma.
Giorgio, Amico del Blu
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formixnolimits
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bullet Postato: 15 Novembre 2004 alle 22:21

x protesilao........ mi puoi dire l'indirizzo giusto? grazie

formixnolimits
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enrico.arrigoni
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bullet Postato: 17 Novembre 2004 alle 09:19

Ciao a tutti.. ieri sera ripensavo alla discussione e mi sono accorto di sentirmi un po' il calimero della situazione... insomma solo io ho messo in piazza i "piccoli" problemi avuti in questi 2 anni e emzzo di intensa attività..

Voi invece nulla?? tutto regolare??? mi devo sentire Calimero a vita???

Ciao

Enrico

Ciao Ciao, Enrico.

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fabry68
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bullet Postato: 17 Novembre 2004 alle 10:39

CIAO ENRICO, NON SEI CALIMERO, ANCHE A ME NE SONO CAPITATE DI DISAVVENTURE, ALCUNE SE LE POTEVANO EVITARE, ALTRE NO. EFFETTIVAMENTE ADESSO STO MOLTO PIU' ATTENTO ALLA "QUALITA'" DEL COMPAGNO CON CUI SCENDO, OSSIA SE MI DA FIDUCIA O NO, VISTO CHE PURE IO FACCIO FOTO DEVO SAPERE CHI HO ACCANTO E DI QUANTO MI POSSO FIDARE.

SUL ALERT DIVERS DELLA DAN USCIRA' UN ARTICOLO SU UN INCIDENTE MANCATO A CUI HO ASSISTITO DIRETTAMENTE CIRCA UN MESE FA. SE AVETE VISTO O VI E' CAPITATO DIRETTAMENTE UN INCIDENTE O UN MANCATO INCIDENTE SCRIVETELO ALLA DAN, STA FACENDO UNA RACCOLTA DATI.

SALUTI

fabry68
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scubabob
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bullet Postato: 17 Novembre 2004 alle 11:18
Postato originariamente da sasuke

...insomma solo io ho messo in piazza i "piccoli" problemi avuti in questi 2 anni e mezzo di intensa attività.... Voi invece nulla?? tutto regolare??? mi devo sentire Calimero a vita???


Sasuke/Enrico, mi sono riletto tutta questa lunga discussione (apprezzando la mancanza di improperi, faide, correnti di pensiero, machismo sempre presenti in altri luoghi di discussione) e ti confesso che non ho per niente avuto l'impressione che ci fosse un Calimero di mezzo.
Hai avuto qualche contrattempo, direi che comunque rientri nella norma... Hai avuto affanno a -47, io panico a -45 (non è molto diverso), hai rotto il gav, io sono rimasto col corrugato in mano a -32 su una bellissima parete in Sudan, ma sono riuscito a fotografare ancora col 100mm. grazie a qualcuno che mi teneva per la rubinetteria. Hai scassato l'erogatore con l'entrata alla francese (ma che cavolo di entrata è?), a me è partito il primo stadio da solo, dopo una serie di sinistri rumori metallici e ho cominciato a respirare acqua... Hai rotto un capillare, io ho passato 15 giorni in Irian Jaya col blocco inverso, al ritmo di 4 immersioni al giorno, dolori pazzeschi alle orecchie in risalita, soprattutto a 6 e 3 metri con lunghe soste, in attesa che si sbloccassero. Lo so, fesso io ad immergermi, ma non è che uno ci va tutti i giorni in Irian Jaya, difficile stare in barca quando tutti si immergono e raccontano meraviglie. Posso anche aggiungere che qualche volta sono anche rimasto senz'aria, ho dovuto fare delle scelte ed ho optato per il rischio di rimanere senz'aria (cosa che poi è avvenuta), ma sempre a ragion veduta e cosciente del rischio. La teoria, la logica, qualsiasi regola terra terra dicono che queste sono stupide bravate da incosciente e non le voglio smentire nè sostenere il contrario. Ci sono situazioni, però, in cui 'senti' che puoi rischiare, che troverai l'aria se ne avrai bisogno o che in ogni caso troverai una soluzione. Lo so, mi sto addentrando in un terreno difficile, meglio che lasci perdere.
Nel mio sito racconto di una insolita immersione notturna: c'è chi sostiene che è stata una inutile bravata, altri la capiscono o la invidiano. Io stesso, pur essendone stato protagonista, faccio un po' fatica ora, a freddo, a catalogarla. Ma gli elementi esterni influiscono sul nostro giudizio, possono condizionare il nostro comportamento, nel bene e nel male. Aggiungono variabili difficilmente quantificabili nelle 'regole'.
Sicuramente esulo dalle precise norme di Protesilao, di cui invidio e ammiro la ferrea disciplina, qualità rara, che è anche uno stile di vita. Tanto di cappello, ma sono diverso, non posso imitarlo perchè tanto non ci riuscirei.
Credo comunque che in ogni caso ci siano due tipologie di immersione: quelle studiate al tavolino, preparate in anticipo, con tutte le attezzature che vuoi portarti e che hai a disposizione e quelle un po' più 'improvvisate' (che non è il termine giusto) di quando sei all'estero, con le attrezzature che i limiti imposti dalle compagnie aeree ti lasciano portare (quando non te le perdono, perchè mi è successo anche questo) e le inevitabili avarie, giorno dopo giorno. Quando si fanno dalle 4 alle 6 immersioni al giorno, alla fine tutto si deteriora abbastanza in fretta e, personalmente, faccio già abbastanza fatica a tenere un log delle immersioni in cui catalogare anche le pellicole usate, caricare le batterie dei vari flash (che inevitabilmente cominciano a fare falso contatto e funzionano solo dopo lunghe scazzottate), pulire gli o-ring, ecc. Quindi di manutenzione dell'attrezzatura, se non minima, non se ne parla. Oltre al tempo, ti mancano i mezzi. Per un mese mi sono immerso con una maschera che si era rotta e aveva un buco all'attaccatura della lente (una maschera ottica, non potevo cambiarla). Mi sono abituato anche a quello, alla fine riuscivo a tenerla abbastanza vuota senza grande sforzo, ma l'ho odiata con tutto il cuore. Ho fatto fuori un paio di pinne 'volo' (erano le prime) in un mese e mezzo, prima una e poi, fortunatamente solo alla fine, anche l'altra.
Credo che potrei continuare a lungo con questi 'contrattempi', ma in ogni caso non mi sono mai sentito un calimero. Anche perchè non è che agli altri andasse tutto liscio, anzi, a molti è andata decisamente peggio...
Quindi io distinguo le immersione fatte 'da casa' da quelle fatte in capo al mondo, per i motivi esposti sopra, non solo per le attrezzature ma anche per una pianificazione più vaga, essendo spesso i fondali non mappati e nuovi per tutti.
Si possono fare errori o si può essere imprudenti perchè gasati dalla situazione, questo si. Ho fatto errori e non escludo a priori che non ne farò ancora in futuro, non sono perfetto. Analizzo sempre gli errori, non vorrei dare l'idea di prendere le cose alla leggera, solo che a volte le famose 'regole' vanno adattate al luogo e al momento. Diverso è parlarne ora, davanti ad uno schermo, con tutta la nostra razionalità, piuttosto che avere un mare splendido davanti agli occhi che ti invita, anche se hai la maschera rotta, le pinne marce e le orecchie gonfie e infiammate.

Ciao
Roberto

Scubabob
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enrico.arrigoni
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bullet Postato: 17 Novembre 2004 alle 12:20

Se è come la racconti, contami per il tuo prossimo viaggio, Roberto

Terrò un po' 'aria per te..visto che ho capito il tipo.. di contro mi dovrai dare qualche dritta "sul campo" per le foto. Mi sembra un equo baratto "Photo-4-Life"

ps. Calimero era simpaticissimo!!! sei cascato nella mia provocazione...

Altri calimeri nascosti??
Enrico

 

Ciao Ciao, Enrico.

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scubabob
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bullet Postato: 17 Novembre 2004 alle 12:46
Postato originariamente da sasuke

Se è come la racconti, contami per il tuo prossimo viaggio, Roberto

Si, è come la racconto, se no non la raccontavo...

Postato originariamente da sasuke

...visto che ho capito il tipo...

Un momento, un momento, non fraintendermi, non mi ciuccio l'aria, tanto chi se ne frega. Però c'è sempre la legge di Murphy nella foto subacquea. Quando finisci il rullino, ecco proprio li davanti a te il soggetto che hai cercato per anni, che ti guarda e ti fa una pernacchia. E chi dirà che col digitale questo è un rischio remoto, ripeto che la legge di Murphy non perdona, sarà scarica la batteria della macchina, del flash o della torcia oppure... avrai problemi d'aria o di profondità. Quando sei alla fine dell'immersione, con pochi bar, eccolo là, più sotto, pronto per essere fotografato o ammirato. Allora devi decidere: rimandare a data da destinarsi o rischiare di rimanere a corto d'aria e saltare i fatidici 3 minuti a 5 metri (la pallonata la rischio solo dai 5 metri in su, ma non è più una pallonata...)

Quanto al vecchio Calimero, piccolo o nero, me lo ricordo bene, avendo avuto la fortuna di veder nascere 'Carosello' (e dopo tutti a nanna).
Credevo che per le tue disavventure soffrissi della sindrome Calimero/Fantozzi, senza motivi realmente validi. Meglio così.

Ma veniamo al punto focale: cosa ca**o è l'entrata alla francese? Conosco altre cose 'alla francese', ma sarebbero decisamente OT in questo forum.

Ciao
Roberto

Scubabob
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Franco Iannello
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bullet Postato: 17 Novembre 2004 alle 17:51
Postato originariamente da robertbob

Ma veniamo al punto focale: cosa ca**o è l'entrata alla francese? Conosco altre cose 'alla francese', ma sarebbero decisamente OT in questo forum.

.....ma......mica si tratta dell'entrata di testa a mo di fantozzi?????
Per il rimanente...........meglio far viaggiare la fantasia
...carosello............bei tempi!!
Ciao Roberto

Modificato da Franco62
....chi non rispetta non avrà rispetto!!
Franco Iannello
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nacio
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bullet Postato: 17 Novembre 2004 alle 23:25

Ciao Enrico-Sasuke, stai tranquillo che in fatto di "Calimeraggine" ti seguo a ruota e mi pare che anche altri si diano da fare (un tipo tranquillo anche Roberto ehhh).

In un mio precedente ho accennato al fatto di essere fortunato come te per poter raccontare le mie disavventure, fra cui una in particolare, un grandissimo spavento che ha cambiato profondamente il mio modo di immergermi.

Una decina d'anni fa mi trovavo in Mar Rosso con alcuni amici, un giorno in quel di Tiran pianificammo un'immersione nel canion di Thomas Reef che scende fino oltre i 90 metri, eravamo in cinque e nonostante me la cavassi discretamante ero certamente il più inesperto, prima di entrare in acqua ci siamo guardati negli occhi dicendoci che laggiù era molto probabile che ognuno potesse pensare solo per sè, nel senso che se capitava qualcosa, soccorrere qualcuno non sarebbe stato semplice.

Entrati in acqua (non alla Francese), iniziamo a scendere, chiaramente senza curarci troppo della velocità di discesa, -10, -20, -30, -40, l'ambiente comincia a farsi cupo ma sto bene, sono in forma, -50, -60, -70, ora inizio veramente ad avvertire la grande massa d'acqua che mi sta sopra, tutto è ancora più cupo, il respiro diventa un sibilo, il computer già segnala ampiamente il fuori curva ma io sto bene, non ho nessun problema sono lucidissimo, -80, -85 stop, ci fermiamo, sto benissimo, un'occhiata attorno vedi mai che ci fosse qualcosa di grosso, poi ci guardiamo in faccia, qualcuno indica col pollice la superficie, ok iniziamo a risalire e iniziano anche i problemi, carico di brutto il gav ma nel momento in cui comincio a pinneggiare mettendo sotto sforzo il mio organismo, un velo nero scende sui miei occhi, non vedo più niente e perdo lucidità, penso, "ca**o sono morto", l'istinto di sopravvivenza mi permette di concentrarmi su una cosa,"devo arrivare assolutamente a -60", pinneggio ma le gambe mi sembrano di piombo, non vedo niente, sento solo l'allarme del mio Aladin che suona all'impazzata, mi dico "bene è un buon segnale", poi all'improvviso la luce, rivedo la parete, guardo il computer -57, mi giro e vedo due amici poco lontano, e gli altri due? Sento urlare allora guardo giù e mi accorgo che Gianni era letteralmente partito, se ne stava a circa -80 a fissare la parete e Carlo da dietro che gli urlava ma resosi conto che non poteva sentirlo con grande forza lo afferra per la rubinetteria e lo tira su di peso, poi le tappe di decompressione e infine la superficie.

Scusa per il romanzo Enrico, ma questa è la cronaca di un incidente annunciato che non è stato tale solo per un'inezia, da quel giorno mi sono lasciato coinvolgere molto meno da alcuni amici appassionati di immersioni profonde e sono entrato a fare parte di quella folta schiera di Calimeri che sono ancora qua a discutere. 

Un saluto da Massimo.:D

Nacio
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bullet Postato: 18 Novembre 2004 alle 12:12

Postato originariamente da Franco62


.....ma......mica si tratta dell'entrata di testa a mo di fantozzi?????

Propongo ad ogni post aggiunto qui sotto di esordire con un qualcosa "alla francese": il bacio alla francese (ecco il mio, ve l'ho fregato ehehe)

Io lo definirei mezzo-salto-mortale-bardatoconbomboleepesiquindi-agilissimo con schianto di piatto della bombola (e rubinetteria eh) che funge da apripista per l'ingresso del resto del povero sub..in ordine più o meno sparso a seconda della bravura del tuffatore. Maldestri compagni di crociera l'hanno rivisitato schiantandosi a pesce di faccia, con rischio di spaccare il mascherone e/o inchiodarselo sul viso per sempre... non ero solo io il calimero, insomma..

Detto questo a me Calimero sta simpaticissimo. Un po' sf------o, ma simpa.

Riguardo al romanzo riportato da Massimiliano, confesso che pur ritenendomi un medio-sub, ho fatto proprio fatica a finire di leggerlo. Mi sembra la cronaca inconsapevole di un tentato suicidio, e il fatto che uno dei protagonisti lo racconti ha creato in me un senso di paradossale partecipazione alla situazione.. meno male che a metà del racconto inizia la risalita.. più o meno nel punto in cui stavo pensando di smettere di leggere perchè non riuscivo a rivedermi e a rivedere quello che il mare mi ha dato negli ultimi anni, oltre a incutermi un profondo senso di timore e rispetto.

Non commento oltre, poichè non ho mai seguito i "tecnici", nè tantomeno capito quale sia la filosofia dei "fondisti"; specie coloro che scherzano sui limiti del metabolismo umano pensando di trovarsi in cima alle statistihe, ovvero tra quelli che sopportano pressioni parziali di gas più alte rispetto alla media (ma non lo sai finchè muori, o ci arrivi vicino).. un po' come chi corre a 200 in moto in autostrada.

Ringrazio la mia passione per la fotografia e i racconti lucidi e autocritici come il tuo di spingermi a rimanere in quei 30/40 metri in cui si concentra la luce e la vita del mare. Non sempre nella vita bisogna avere tutto, e il mare è talmente vasto che nessuno lo vedrà interamente e nel profondo.. per quel poco che lo possiamo vedere passare da 40 a 80 metri è..guarda caso.. matematicamente insignificante.

Sono felice che tu abbia cambiato direzione e ciononostante la tua passione cresciuta nel tempo.. forse è il segno più forte che non è la profondità la cosa che trasmette la passione per il mare, ma qualcos'altro.. forse la sua pace immensa, ma anche la potenza e il rispetto che richiede.. l'essere indomabile se non in minima parte

Non so, sono un sub troppo giovane per dirlo
Enrico

 

Ciao Ciao, Enrico.

Azoto? sì, grazie.
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nacio
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bullet Postato: 18 Novembre 2004 alle 14:22

Ciao Enrico, non volevo annoiarti col "romanzo" ma chiedevi che anche altri mettessero in piazza i "piccoli" problemi avuti ed io credo di averlo fatto.

Infine, sarai anche un sub molto giovane ma certamente già molto saggio, complimenti.

Ciao

 

Nacio
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enrico.arrigoni
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bullet Postato: 18 Novembre 2004 alle 15:42

Postato originariamente da nacio

Ciao Enrico, non volevo annoiarti col "romanzo" ma chiedevi che anche altri mettessero in piazza i "piccoli" problemi avuti ed io credo di averlo fatto.

Altro che noia!! mi hai terrorizzato !!! in quel senso facevo fatica a finirlo! ;)
sarà che vedendo in Tv certe scene ci si abitua a tutto.. ma da quando sono sub e ho provato cosa significhi il "panico" che ti cresce dentro e che mette te stesso a confronto con un avversario che sei ancora tu.. beh non riesco a vivere questi racconti come "spettatore esterno"; piuttosto mi proietto nella situazione..

Insomma.. se avessi vissuto l'esperienza che hai vissuto tu, o ancora avessi visto un amico "quasi" morire inebetito dall'aver sorpassato il limite.. beh.. forse non avrei più infilato una muta. Non so. Spero di non dover mai guardare una muta con quella domanda in mente.

Grazie per la testimonianza
Enrico

Ciao Ciao, Enrico.

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bullet Postato: 18 Novembre 2004 alle 18:45

Ciao a tutti,

 rispondendo anche a Bob, non è che io non abbia mai fatto sciocchezze, ma considero il mare un ambiente dove non è che si possano prendere certe confidenze, anch'io ho corso i miei rischi quando ne valeva la pena sia durante l'attività lavorativa, che per inciso maggiormente coincide con la bonifica dei fondali e dei relitti da ordigni esplosivi, che durante l'attività privata che per me consiste principalmente con la fotografia subacquea. Quando lavoravo con i charters ho passato un mese a 10/15 immersioni al giorno con una terribile otite, ho sofferto, ma ne valeva la pena, il Mar rosso meridionale dallo Stretto di Jubal ai Brothers, per me potevo anche perdere l'udito ma non avrei mai perso un'immersione e...lo rifarei anche oggi! Per la cronaca , poi l'otite è guarita da sola. Un'altra volta a Lavezzi ho terminato un'immersione con solo 20 bar( c'erano bei cernioni da fotografare!) ed avevo una bella decompressione da farmi, e l'ho fatta tutta, certo a fine immersione quando sul gommone ho tolto l'erogatore dalle bombole, queste erano così a secco che erano andate quasi in"depressione". Spesso , normalmente per lavoro mi capita di immergermi con mare molto mosso ed è sempre un'avventura rientrare a bordo o quando tocca a me seguire i colleghi rimanere in contatto e spesso in gommone si percorrono 50/60 miglia. Un'altra volta alla secca di  Porto Pavone di Nisida, ho urtato una lamiera che mi ha tranciato di netto quattro tendini del piede sinistro, non mi ero accorto di nulla solo che non potevo più muovere la gamba, sono risalito tamponandomi la ferita, ho fatto la mia bella decompressione e poi di corsa dal chirurgo!  Per tornare alla fotografia ed alla legge di Murphy, una volta mi è capitato di incontrare uno squalo tigre che dormiva sul fondo ed avevo un bellissimo tubo di prolunga 1:1 sulla Nikonos, ah se avessi avuto con me un'altra macchina fotografica come di solito facevo! Per quel che riguarda l'immersione profonda ad aria, a me piace molto, nessuno è totalmente immune dall'ebbrezza ma questa si presenta in modo diverso da individuo ad individuo e, per alcuni è possibile riuscire a tenerla sotto controllo, mai ad evitarla, semmai i limiti di profondità a cui essa si manifesta sono diversi da persona a persona. Un'immersione profonda non si improvvisa mai, bisogna essere ben allenati, normalmente dopo un mese o due di immersioni giornaliere nella fascia dei 35/40 m. interrompevo l'attività effettuando per la prima settimana due immersioni intervallate di 48 h sui 60 m, se tutto era OK la seconda settimana effettuavo due immersioni ad 80 m. con le stesse modalità, se tutto era andato bene alla fine della terza settimana facevo l'immersione profonda ma mai oltre i 100/105 m. in quel periodo si vive come un asceta, riposo , corretta alimentazione e nessuna situazione di stress nervoso ( in pratica non vi dovete mai innervosire). Una volta mi è capitato di effettuare un'immersione a 105 m in notturna, ma questo non deve fare differenza, anzi ricordo che questa notturna per me fu speciale durante la risalita la parete era affollata dalla fosforescenza dei pesci torcia ed era bellissimo spegnere la torcia e continuare la risalita vedendo questi mille occhi muoversi ed accendersi e spegnersi nel buio. Naturalmente tale attività non la consiglio a nessuno, avevo 10 anni di attività professionistica sulle spalle, perfetta forma fisica e tranquillità mentale. Cosa mi piaceva di più di queste immersioni profonde? Sembrerà strano ma mi piaceva proprio quella leggera sensazione di ebbrezza. Un'altra cosa che mi piace ancora oggi è la discesa veloce, fortunatamente ho la compensazione spontanea (significa che non ho bisogno di nessuna manovra di compensazione)e ricordo che con lo scafandro da Palombaro riuscivo a scendere a 40 m in meno di 40''. Come vedete "nessuno è perfetto" ne ho mai ritenuto di esserlo, però in barca ho sempre il rianimatore ad ossigeno, due radio, due GPS,una ridondanza di attrezzature e  sia io che i miei collaboratori siamo abilitati CPR e riusciamo anche a divertirci!

A presto,

Protesilao

P.S.

Ragazzi, niente immersioni profonde mi raccomando! Non fatemi pentire di averle raccontate!

Antonio Colacino
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giopei
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bullet Postato: 18 Novembre 2004 alle 19:17
Che dire, oltre ad affascinarmi mi fai pure sentire piccolo piccolo.
Ma almeno condividiamo qualcosa: anche le mie orecchie, dopo quasi trent'anni di apnea, sanno come comportarsi
Giorgio, Amico del Blu
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