E` fin dall'antichità senz'altro il delfino più famoso!
Presente in documenti dell'antica Grecia e in numerosi altri ritrovamenti durante
la storia, il Tursiope, Tursiops truncatus deve il suo nome latino soprattutto
alla forma piuttosto tozza del suo corpo che contrasta quella degli altri delfini
più "piccolini" e slanciati come il Delfino comune e la Stenella striata.
Anche in Inglese il nome si riferisce alla forma: "bottlenose dolphin" infatti
significa "naso a bottiglia".
Il Tursiope è in effetti un bel bestione! A volte nuotando
nell'Oceano mi è capitato di incappare in un piccolo branco di Tursiopi.
E' un'esperienza un pochino inquietante all'inizio soprattutto se avviene inaspettatamente...
compaiono le pinne in superficie, le masse corporee decisamente non piccole!!!
Ma poi tutto è sotto controllo si avvicinano un po' curiosi gironzolano
un po' e poi in un battibaleno spariscono e ti lasciano un ricordo bellissimo!
Malgrado la sua "stazza" il Tursiope è un cetaceo agilissimo e dai movimenti
eleganti e aggraziati. Può raggiungere facilmente una velocità di
30 kilometri orari. Spesso si diletta in esercizi acrobatici, salti che possono
raggiungere un'altezza tre volte quella della della lunghezza del corpo. Ama
giocare sulle onde e scorazzare sotto le prue delle barche. Quando nuota in
superficie a velocità normale e costante il Tursiope emerge a respirare
all'incirca ogni 15 o 20 secondi. Si cimenta in immersioni notevoli fino a raggiungere
probabilmente i 600 m di profondità e può resistere sott'acqua più
di 8 minuti.
La stagione riproduttiva del Tursiope non è ben definita anche
se le nascite avvengono generalmente durante la stagione più calda. La
gestazione dura 12 mesi. Il piccolo rimane in stretto contatto con la madre
per alcuni anni; lo svezzamento definitivo avviene nella seconda metà del
secondo anno di vita e comunque prima della nascita del piccolo successivo.
L'intervallo tra due nascite è in media di tre o quattro anni. Nei Tursiopi
è stato osservato il comportamento del "babysitting", in cui i piccoli
di diverse femmine vengono praticamente accuditi da una femmina sola mentre
le altre madri sono in giro alla ricerca di cibo. La maturità sessuale
avviene tra i 9 e i 10 anni per le femmine, tra i 10 e i 13 anni per i maschi.
In cattività si sono verificati accoppiamenti con altre specie come lo
Steno, la Pseudorca, il Grampo e il Globicefalo di Gray, dando a luogo a ibridi.
La longevità del tursiope si aggira attorno ai 40 anni.
Il Tursiope si trova principalmente in acque costiere: acque basse,
limacciose, lagune canali, estuari e atolli; ma anche lungo le coste rocciose
dove l'acqua è limpida e relativamente profonda. Può; risalire perfino
i corsi d'acqua e spingersi in acqua dolce. Esistono però anche forme di
Tursiopi pelagici, che si spingono a centinaia di miglia dalla costa e compiono
vere e proprie migrazioni.
Il Tursiope si ciba principalmente di pesci Teleostei tra cui cefali, anguille,
acciughe, sardine, sgombri, aringhe, ma si adatta alle più svariate situazioni:
calamari, seppie, polpi e anche crostacei sono compresi nel suo menù. La
caccia avviene per lo più in gruppo. In molte zone il Tursiope si avvantaggia
delle attività di pesca umana sottraendo il pesce dalle reti e nutrendosi
di pesce di scarto gettato dai pescatori. In California è stata approvata
una legge che vieta il nutrimento dei delfini dalle barche, è vietato lanciare
pesci ai delfini in libertà, ci sono pesanti multe, per evitare che i nostri
amici Cetacei acquisiscano dei comportamenti non naturali e diventino "pigri"
e troppo addomesticati, comportamenti che a lungo termine possono essere deleteri
per la specie.
E parlando di delfini in generale, reti e pescatori mi vengono
subito in mente per associazione le stragi di delfini che sono avvenute in passato
e tutt'ora avvengono. I delfini pelagici si trovano spesso in associazione con
i tonni e vengono catturati per sbaglio nelle reti derivanti dei pescherecci,
rimangono impigliati nelle reti e muoiono per affogamento. Oggi vi sono nuove
tecniche di pesca che cercano di eliminare il più possibile la strage di
delfini, ma sono ancora molti quelli che finiscono nelle reti e non hanno via
di scampo.
In generale i Tursiopi cacciano con un comportamento sociale ben perfezionato.
Dipende dal luogo, ma in genere l'unità sociale di base è composta
da 5 o 10 esemplari che vivono in associazione coi loro piccoli non ancora svezzati.
Al raggiungimento dell'indipendenza dalla madre i piccoli di entrambi i sessi
si separano dall'unità familiare per andare a formare un gruppo misto di
giovani. Al sopraggiungimanto della maturità sessuale le femmine vanno
a raggiungere un'unità familiare (probabilmente quella di nascita), dove
presumibilmente rimarranno per tutta la vita; mentre i maschi stringerano un
legame duraturo con un altro maschio della stessa età, formando una coppia
di maschi che andrà ad unirsi alle femmine solo durante il periodo riproduttivo.
Il Tursiope possiede un apparato di produzione di suoni, biosonar,
ben sviluppato e uno svariato repertorio di fischi che emette per comunicare.
Ogni individuo ha un particolare fischio che lo distingue da ogni altro esemplare
chiamato "fischio firma".
Durante il mio studio dei Tursiopi costieri del sud della California, spendevo
lunghe ore in cima alle scogliere con il binocolo e anche in barca, ad osservare
il comportamento di questi animali fantastici.
Ci sono tantissimi "patterns", ovvero degli schemi di comportamento che sono
molto distintivi. Il comportamento più noto è il "travel" in cui il
delfino semplicemente "viaggia" a diverse velocità respirando regolarmente.
Durante il "feeding" o la ricerca di cibo, si nota che il delfino ha dei comportamenti
incostanti, con rapide immersioni, sul posto, e si intuisce che si sta nutrendo
o cercando prede. Per notare questo comportamento a volte aiutano gli uccelli
marini che si trovano spesso in prossimità dei banchi di pesce, spesso
mentre cerco di avvistare dei delfini guardo dove sono gli uccelli e le zone
ricche di pesce. Durante il "resting" o riposo si nota che il delfino nuota
piano e galleggia, senza compiere frequenti immersioni, certo anche i delfini
dormono e si riposano! Gli studi fatti confermano che i delfini dormono con
mezzo emisfero cerebrale, praticamente una parte del cervello è in stato
dormiente e l'altra metà si prende cura del nuoto e delle attività
vitali che sono però appunto rallentate.
Durante il "surfing" i Tursiopi letteralmente "cavalcano" le onde
si fanno trasportare fin quasi sulla riva, è il mio comportamento preferito,
è bellissimo vederli all'interno dell'onda, a volte in gruppi di 4 o 5
tutti affiancati. Ci sono poi numerosissimi comportamenti dettagliati molto
complessi, tipo lo stile di nuotata, il tipo di salto, i movimenti delle pinne
e della coda che sono tutti molto distintivi e sono correlati alla socialità
della specie, ogni movimento ha un preciso significato su cui ancora ricerche
sono in corso.
I Tursiopi sono animali generalmente sempre socievoli con l'uomo ma si sono
verificati brutti episodi soprattutto per la stupidità appunto dell'essere
umano. In Brasile tempo fa un Tursiope ha morsicato mortalmente un uomo. Questo
delfino viveva vicino alla costa ed era spesso molestato dai bagnanti che nuotavano
in sua prossimità e cercavano di toccarlo in continuo, l'animale ha reagito
in seguito alle continue molestie probabilmente innervositosi oltre il limite
della sopportazione e ha morsicato! Un altro episodio che mi viene in mente
è quello che si riferisce ad una spiaggia australiana dove vi è una
comunità di Tursiopi che vive vicino alla riva e si spingono fin quasi
sulla sabbia. I bagnanti li nutrono di continuo con pesci e i delfini sono diventati
dipendenti... si aspettano in continuo pesci e spingono le persone con il rostro
richiedendo i pesci e divenendo un pochino pericolosi... a volte gli "spintoni"
non sono proprio delicati.
E parlando di comportamenti artificiali indotti dall'uomo mi vengono
subito in mente, per associazione di idee, i delfinari, l'immensa croce che
oltre alle reti derivanti i nostri amici delfini hanno. E' mia opinione, condivisa
da molte persone in questo ambiente, che i delfinari soprattutto alcuni sono
tremendamente deleteri per i delfini. Molti delfinari non rispettano i cicli
vitali degli animali e sono propensi al totale sfruttamento. Per portare un
piccolo esempio vorrei citare ciò che è successo alla delfina Violetta
al delfinario di Gardaland nel luglio del 2000, dove la cara delfina è
stata fatta "saltare" nei ben noti spettacoli durante stato di gravidanza. Probabilmente
a causa del peso, o dello sforzo insopportabile la povera delfina è morta
cadendo da un salto con la schiena spezzata. C'è un inchiesta, tutt'ora
in corso, su questo caso. Comunque non è il primo caso, altri delfini sono
morti e continueranno a morire nei delfinari. Per ogni delfino che si vede saltare
in acquario bisogna pensare a quanti altri sono morti e stati rimpiazzati. Io
personalmente non sono totalmente contraria ai "delfinari". Credo sia importante
avere degli "acquari riabilitativi" dove vengano posti dei cetacei spiaggiati
o feriti, per curarli e studiarli e offrire al pubblico e soprattutto ai bambini
un'occasione per vederli da vicino, capirli e ammirarli, ma gli "spettacoli"
a mio parere sono ingiusti e vanno a incidere sulla dignità dell'animale
come d'altronde qualsiasi circo che usi animali.
Soprattutto qui a San Diego poi la Marina Militare ancora usa delfini per esperimenti
militari trattandoli in condizioni disumane. Molte associazioni e individui
sono impegnati per la difesa dei nostri amici delfini, ma le cose sembrano non
cambiare molto alla fine!
Ci sono moltissimi libri bellissimi che parlano di delfini e cetacei in generale
per chi volesse approfondire l'argomento. Vorrei citare una guida molto preziosa
che offre un quadro generale e approfondito dei cetacei del Mediterraneo, con
immagini molto belle e utili all'identificazione:
"Guida dei Mammiferi Marini del Mediterraneo"
di
Giuseppe Notarbartolo di Sciara
illustrazioni di Massimo Demma
Franco Muzzio Editore
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