Bergeggi Diving Shool
SommarioRicerca
PoesieE-Card, Articoli, ScreenSaver, ecc...
Utenti RegistratiArea E-mail

Biodiving: photosub, marine biology, diving school

Bergeggi Diving Shool

 « | 61 | 62 | 63 | 64 | 65 | 66 | 67 | 68 | 69 | 70 | » Torna all'elenco 

  Gli Articoli di MondoMarino.net
I Filtratori (parte I)
di Francesca FERDEGHINI


  
Spugna rossa (Spirastrella cunctatrix)
Foto di Alberto ROMEO
Le particolari caratteristiche dell’acqua permettono l’esistenza
di una strategia alimentare esclusiva nel mondo acquatico: la filtrazione. Questo
tipo di strategia trofica comprende la filtrazione di grandi quantità d’acqua
per catturare il particellato in essa sospeso.
Sulla base dei meccanismi d’acquisizione del cibo, vengono distinte due
tipologie di filtrazione: attiva e passiva. I filtratori che creano corrente
intorno a loro sono definiti filtratori attivi. La corrente è ottenuta
usando il movimento ciliare per pompare acqua verso la superficie filtrante.
Tra i filtratori attivi troviamo spugne e ascidie, le quali pompano attivamente
l’acqua per mantenere sospese le particelle.

Il flusso di corrente permette sia di ricavare cibo e ossigeno sia di eliminare
le scorie metaboliche. I filtratori attivi ciliari usano le ciglia per muovere
l’acqua e per trasferire, con l’ausilio di secrezioni di muco, le
particelle catturate verso la bocca. I briozoi, ad esempio, sono un importante
gruppo di ciliari che catturano le particelle mediante il lofoforo, organo costituito
da tentacoli cigliati a forme di campana o cono.


  
Ascidia cristallo (Clavelina lepadiformis)
Foto di Alberto ROMEO
Il battito delle ciglia produce un flusso d’acqua che attraversa
i tentacoli; le ciglia trattengono le particelle che vengono riunite e inviate
alla bocca. Anche i policheti mostrano attività ciliare: le ciglia sono
poste su un organo chiamato pinnula che utilizzano per agglutinare le particelle
di cibo, selezionarle in base alla dimensione e convogliarle alla bocca.




  
Verme dal ciuffo bianco (Protula sp.)
Foto di Guido PICCHETTI
Filtratori passivi sono invece gli individui che utilizzano l’idrodinamismo
in cui si trovano, e quindi dipendono completamente da esso per la loro nutrizione.
Gli Cnidari sono i principali rappresentanti del gruppo dei filtratori passivi,
costretti quindi a colonizzare zone ad elevato flusso di corrente. Questi organismi,
soprattutto le gorgonie e gli Idrozoi, si adattano ai flussi idrodinamici, orientandosi
in modo da sfruttare appieno la direzione ed intensità della corrente d’acqua,
per accedere più efficacemente alle particelle sospese.




  
Gorgonia gialla (Eunicella cavolinii)
Foto di Nicola CADEL
La capacità di filtrazione sarà quindi proporzionale alla
superficie dell’animale esposta al flusso della corrente e sarà inoltre
funzione della posizione verticale nella colonna d’acqua e dell’orientamento
del corpo dell’animale alla corrente. Per i filtratori passivi è
quindi particolarmente importante la dimensione e la forma che l’animale
assume.




  
Idrozoo (Aglaophenia elongata)
Foto di Guido PICCHETTI
I sospensivori sono organismi che agiscono come consumatori della
materia organica particolata (particulate organic matter = POM), che viene prodotta
prevalentemente dal sistema planctonico. Il successo delle diverse strategie
trofiche dipende dalla disponibilità del cibo all’interno dell’ecosistema
e da fattori fisici, quali il movimento dell’acqua. Alte concentrazioni
di materia organica particolata, in condizioni d’intenso idrodinamismo,
possono favorire i filtratori passivi, rappresentati principalmente da Cnidari;
invece, concentrazioni ridotte di POM favoriscono come gruppi dominanti i filtratori
attivi, come Briozoi, spugne, policheti, bivalvi e ascidie.


  
Gorgonie vere e false (Paraeritropodiun coralloides)
Foto di Alberto ROMEO
In alcuni ambienti, ad esempio nelle grotte marine, l’ecosistema
dipende quasi esclusivamente dalle particelle di cibo importate dall’ambiente
esterno: con la riduzione della luce scompaiono le alghe e quindi viene a mancare
la produzione primaria d’energia. L’ecosistema di grotta si basa,
quindi, sugli apporti trofici provenienti dall’esterno; tuttavia, la diminuzione
dell’idrodinamismo all’interno delle cavità sommerse determina
un ulteriore diminuzione d’apporti trofici provenienti dall’esterno.




  
Falso corallo (Myriapora truncata)
Foto di Alberto ROMEO
Studiando nel dettaglio la distribuzione degli organismi filtratori
in grotta, si nota come i filtratori attivi siano tra i pochi organismi in grado
di sopravvivere anche in condizioni estreme, cioè nelle parti più
interne delle grotte marine sommerse, mentre la presenza di filtratori passivi
sia limitata all’ingresso delle grotte.


 « | 61 | 62 | 63 | 64 | 65 | 66 | 67 | 68 | 69 | 70 | » Torna all'elenco 

Hosted by AstraNet Invia tutti gli SMS che vuoi!

Copyright © 1999 - 2017. Tutti i diritti riservati.
E' vietata la riproduzione in qualsiasi formato, e su qualsiasi supporto, di ogni parte di questo sito senza l'autorizzazione scritta dell'autore.
Sito realizzato da Mauro ROMANO, fotografie dei rispettivi fotografi.
Service Provider AstraNet