È uno dei gruppi più antichi esistenti al mondo. Comprende
un numero variabilissimo di forme, note per la loro bellezza (coralli, gorgonie,
anemoni, madrepore) e sono spesso i protagonisti assoluti d’immersioni
compiute nei mari tropicali essendo i costruttori delle barriere coralline.
@ Generalità
Nonostante la gran diversità di forme che li caratterizza, risulta piuttosto
semplice parlare della loro morfologia in senso generale. Bisogna, infatti,
considerare che sono fra i più antichi animali pluricellulari (Eumetazoi)
tuttora esistenti. La loro antichità come phylum ha permesso loro di non
essere soggiogati dalla competizione con le nuove forme animali poi evolutesi;
un notevole arco di tempo di specializzazione permette loro di continuare a
sopravvivere.
Se semplice può essere spiegare la morfologia generale di questi animali,
piuttosto complesso è il loro ciclo vitale, il quale comprende due stadi
che, nelle diverse classi che compongono il phylum, sono diversamente rappresentati:
il polipo e la medusa.
Il polipo è nella sua essenza il celenterato, la struttura
morfologica con cui si può rendere simbolo tale phylum. Si può rappresentare
come un sacco diversamente allungato, caratterizzato dalla simmetria raggiata:
dall’asse principale del corpo (che decorre al centro del “sacco”)
possono essere fatti passare diversi piani i quali dividono l’animale
in spicchi morfologicamente uguali fra loro. All’estremità inferiore
si trova il disco basale col quale il polipo rimane adeso al substrato, mentre
all’estremità superiore si trova la bocca circondata da una o più
corone di tentacoli.
La medusa è semplicemente un polipo capovolto e modificato
per condurre una vita da planctonte. La parte superiore della medusa (esombrella)
corrisponde al disco basale e al tronco del polipo, mentre la parte inferiore
(subombrella) corrisponde all’apice dello stesso (comprensivo di apertura
orale e tentacoli).
I celenterati presentano un’anatomia semplicissima, cosa che non deve
sorprendere vista la primitività di questi animali. Sono costituiti da
due soli tipi di tessuti: ectoderma ed endoderma (il primo è esterno, mentre
il secondo è interno); fra questi è interposta uno strato amorfo e
gelatinoso, costituito in gran parte da acqua e proteine, detto mesoglea. Quest’ultimo
è maggiormente rappresentato nello stadio medusoide. Un’altra differenza
importante ai fini riproduttivi è la presenza nel solo stadio polipoide
di cellule “germinali”, in altre parole cellule che possono andare
incontro a cicli di differenziamento e sdifferenziamento, trasformandosi in
diversi tipi cellulari. Ciò permette al polipo di andare spesso incontro
alla riproduzione asessuata e al fenomeno della totale rigenerazione del corpo
da piccoli frammenti di esso.
Non esistono apparati veri e propri, la digestione è ancora intracellulare,
il sistema nervoso è fra i più semplici esistenti al mondo. Ma i celenterati
sono temibili predatori, anche di animali ben più grossi. Se non esistono
ancora organi e veri e propri apparati, qualunque funzione metabolica è
deputata ancora al livello cellulare; la ricerca del cibo (in questo caso predazione)
non infrange questa regola e dobbiamo giungere al livello della singola cellula
per osservare come sono adattati a tale comportamento trofico.
I celenterati, a dispetto della loro semplicissima organizzazione
sopracellulare, possiedono fra le più complesse strutture cellulari esistenti
nel regno animale: le cnidociti (anche dette nematociti o cellule urticanti).
Vale la pena quindi fare un piccolo sforzo ed entrare in questa cellula ed esaminare
più da vicino questo prodotto dell’evoluzione.
Dentro le cnidociti vi sono dei piccoli organuli sferici con un diametro di
soli 20 micrometri (quindi 0.020 mm), detti cnidocisti o nematocisti; all’interno
di questa piccola sfera è contenuto un sottilissimo filamento cavo attorcigliato
su stesso che, in certi casi, può raggiungere le dimensioni di qualche
millimetro (!) e che è in diretto contatto con il liquido urticante contenuto
nella capsula. All’esterno di quest’ultima è presente una sorta
di ciglio (cnidociglio) che, quando sfiorato da un animale, induce un aumento
di pressione all’interno della capsula la quale quindi “spara”
letteralmente il filamento all’esterno. Ciò non avviene se il cnidociglio
è toccato da un materiale inerte (come può essere la sabbia). In tale
processo di differenziazione fra vivente e non vivente operato da queste cellule,
sembra che una certa importanza risieda nel rilascio di sostanze chimiche (organiche)
che qualunque animale rilascia nel proprio ambiente.
Ogni celenterato possiede queste cellule le quali si differenziano alla base
dei tentacoli, poi viaggiano nella mesoglea e, infine, si posizionano nell’ectoderma.
Si calcola che un singolo polipo lungo qualche millimetro sia provvisto di oltre
30.000 capsule e che ogni giorno ne consumi oltre un quarto.
Il liquido urticante prodotto da questi animali è costituito
da complessi proteici neurotossici che possono provocare paralisi respiratorie
e cardiocircolatorie. Talvolta ha anche effetti emolitici. Indubbiamente gli
effetti sono da mettere in relazione con la taglia della preda. Nonostante ciò
anche alla nostra specie il semplice contatto può recare molti disturbi,
ma solo qualche specie tropicale può risultare molto pericolosa.
Per quanto riguarda la riproduzione, può avvenire sia asessualmente sia
sessualmente. La riproduzione asessuata avviene attraverso la gemmazione dalla
base di nuovi polipi (stolonizzazione) o come frammentazione trasversale dell’individuo
stesso (strobilazione). Quella sessuata avviene attraverso la produzione di
cellule sessuali nell’endoderma e loro fuoriuscita dall’apertura
boccale. La prima modalità è tipica dei soli polipi (solo qualche
medusa è in grado di compierla); la seconda di tutte e due le fasi. Dalla
fecondazione si ha la nascita di una larva molto semplice, detta planula.
A questo punto è necessario collegare la necessità di avere in questi
animali la duplicità polipo/medusa e riproduzione asessuata/sessuata.
La riproduzione asessuata permette la veloce colonizzazione di
piccoli territori quando le condizioni ambientali sono favorevoli allo sviluppo
della specie; tuttavia ha un grave difetto: non si creano nuove combinazioni
geniche che possano bilanciare il sopraggiungere di nuove condizioni ambientali.
Ciò vuol dire che, se esistesse la sola riproduzione asessuata, la popolazione
di una specie non potrebbe sopravvivere a lungo in un determinato luogo poiché
in quest’ultimo entro un intervallo di tempo variabile verrebbero a sopraggiungere
nuove condizioni ambientali che non potrebbero essere tollerate dalla popolazione.
La riproduzione sessuata non permette una rapida colonizzazione del territorio,
ma permette il rimescolamento del DNA di diversi individui al fine di creare
nuove combinazioni geniche. L’evoluzione dello stadio medusoide nei celenterati
è un’altra “scappatoia” per produrre individui in grado
di colonizzare altri territori; non è una ripetizione o, comunque, una
ridondanza rispetto alla riproduzione asessuale. Le meduse si riproducono sessualmente
e trasferiscono il DNA del polipo che l’ha originata verso posti lontani,
permettendo la ricombinazione fra DNA di popolazioni altrimenti lontane.
Negli ultimi anni la sistematica di questo phylum è molto cambiata. Ciò
è avvenuto studiando in maggior dettaglio quali sono le relazioni evolutive
fra polipo e medusa, il primo più antico e il secondo recente. Quella più
recente è di seguito mostrata:
CLASSE |
SOTTOCLASSE |
ORDINE |
SCYPHOZOA |
|
CORONATA
SEMAESTOMEA
RHIZOSTOMEA
STAUROMEDUSIDA
|
CUBOZOA |
|
CARYBDEIDA
CHIRODROPIDA |
HYDROZOA |
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HYDROIDA
TRACHYLIDA
SIPHONOPHORA |
ANTHOZOA |
HEXACORALLIA |
ACTINIARIA
MADREPORARIA
CERIANTHARIA
CORALLIMORPHARIA
ZOANTHARIA
ANTIPATHARIA |
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OCTOCORALLIA |
HELIOPORIDA
ALCYONARIA
GORGONARIA
PENNATULARIA |
In tutto comprendono quasi 8.000 specie, diffuse in tutti i mari del mondo e a
tutte le profondità. Solo qualche idrozoo vive nelle acque dolci.
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