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  Gli Articoli di MondoMarino.net
Castagnole in carriera...
di Marta PICCIULIN


  
Castagnola (Chromis chromis)
Foto di Giorgio COMITINI
La castagnola (Chromis chromis) è l'unica specie mediterranea della famiglia dei Pomacentridi, uno dei più grandi gruppi di pesci tropicali e subtropicali presenti nelle barriere coralline di tutto il mondo (più di 300 specie). Delle regioni tropicali mantiene la colorazione blu elettrico degli stadi giovanili, mentre la livrea degli adulti è nera, più adatta alle caratteristiche di un mare temperato.

Di piccole dimensioni (arriva a misurare al massimo 13 cm), si ciba di plancton, principalmente di copepodi ed altri piccoli crostacei. Al contrario dei Pomacentridi tropicali, che possiedono territori permanenti per tutto l'arco dell'anno, la castagnola è un pesce "temporaneamente territoriale": vive cioè in colonna d'acqua, formando aggregazioni numerose in prossimità di fondali rocciosi e costieri, ma discende sul fondo durante la stagione estiva per riprodursi. Tra giugno e settembre infatti i maschi abbandonano l'aggregazione alimentare, e scendono simultaneamente sulle rocce per prepararsi il nido. La densità di nidificanti può essere molto alta, con nidi che si distanziano di 0.01 - 0.5 m uno dall'altro. Il nido è costituito dalla porzione di roccia pulita da alghe ed incrostazioni, e attorno ad esso i maschi iniziano ad esibire i tipici segnali di corteggiamento. Questo rituale è piuttosto complesso ed è caratterizzato da "salti segnalatori", che i maschi compiono nella colonna d'acqua disegnando traiettorie circolari ed ovali a partire dal nido ed accompagnandole con battiti della coda. In concomitanza ai salti, e durante le interazioni aggressive con gli altri maschi, vengono emessi suoni caratteristici, detti "pops". Le femmine, quindi scendono sui nidi e rilasciano uova adesive, che vengono fertilizzate e in seguito curate dai maschi fino a schiusa avvenuta, ventilandole, proteggendole dai predatori e rimuovendo parassiti ed eventuali uova morte. Al termine delle cure parentali i maschi abbandonano il nido e tornano nelle aggregazioni alimentari. Un ciclo riproduttivo dura generalmente 5 - 10 giorni.


  
Castagnola (Chromis chromis)
Foto di Marco ZANINI
Il successo riproduttivo dei maschi territoriali di C. chromis è molto variabile; è stato calcolato che l'area del nido coperta da uova varia da 40 a 290 cm² circa a seconda dell'individuo. Certi maschi non ricevono alcuna deposizione da parte delle femmine nonostante il corteggiamento: si deduce quindi che le femmine non rilasciano le uova a caso all'interno della colonia, bensì scelgono attivamente il partner con cui riprodursi.

I maschi meno "piacenti" possiedono però una contromisura efficace: essi si intromettono tra una femmina in deposizione e il maschio nidificante, e con un movimento rapido rilasciano il proprio sperma, quindi si allontanano dal nido. Così facendo, essi cercano di fertilizzare le uova prima del maschio "padrone di casa", sfruttando il fatto che nei pesci ossei la fertilizzazione delle uova è esterna. Se ci riescono, si assicurano la riproduzione a discapito del maschio territoriale, il quale, non potendo distinguere le proprie uova da quelle parassitate, difende e cura entrambe.

Questa riproduzione di tipo "parassitico"è molto diffusa nei Teleostei. In alcune specie la modalità riproduttiva è geneticamente determinata, e coesistono maschi esclusivamente "parentali" e maschi esclusivamente "parassiti". Quest'ultimi presentano spesso specializzazioni strutturali (testicoli più grandi, dimostrato in molte specie di gobidi, blennidi e labridi), fisiologiche (gameti più mobili e longevi rispetto ai maschi parentali, ad esempio nel salmone), endocrinologiche (variazione nella composizione dei testicoli con aumento della produzione di sperma a discapito della produzione di ormoni steroidei e feromoni sessuali, dimostrato nel peperoncino Trypterigion tripteronotus) e comportamentali (assunzioni di posture che mimano il comportamento delle femmine per inibire l'aggressività dei maschi territoriali), che massimizzano le possibilità di fertilizzare le uova altrui.


  
Tordo ocellato (Symphodus ocellatus)
Foto di Gianni NETO
In altre specie (il labride Symphodus ocellatus, il gobide Pomatoschistus microps) tutti i maschi tentano la riproduzione parentale; gli individui inferiori (ad es. troppo piccoli o in condizioni fisiche precarie per assicurarsi un nido) utilizzano la riproduzione parassitica, "facendo buon viso a cattiva sorte". Una volta raggiunte dimensioni maggiori o ottenute condizioni a loro più favorevoli, questi stessi maschi si riproducono parentalmente. In questo caso sono le condizioni fisiche ed ambientali che determinano la modalità riproduttiva.

Seppure indagini più approfondite devono ancora essere compiute, questo sembra sia anche il caso della castagnola: alcuni maschi preliminarmente marcati, infatti, sono stati osservati riprodursi sia parentalmente (col nido), che solo parassiticamente (senza nido ma intrufolandosi nei nidi altrui) nella stessa stagione riproduttiva.


  
Castagnola (Chromis chromis)
Foto di Daniele CORSINI
Curiosamente, i maschi di castagnola possono anche riprodursi in maniera parentale e parassitica contemporaneamente. Data la vicinanza tra i nidi della colonia, i maschi territoriali infatti riescono a curare le proprie uova e simultaneamente ad allontanarsi per qualche secondo dal proprio nido e, qualora vi sia una femmina in deposizione, fertilizzare le uova dei maschi confinanti. Studiando la colonia riproduttiva della Riserva Marina di Miramare (Trieste), è stato osservati che i maschi territoriali di castagnola effettuano le loro incursioni parassitiche nei nidi dei "vicini di casa" con frequenza inversamente proporzionale all'ammontare di uova ottenute: tante più uova essi hanno ottenuto dalle femmine, tanto meno frequentemente essi parassitano i nidi altrui e viceversa. A sua volta però ogni maschio territoriale subisce le incursioni dei propri vicini. Si tratta insomma di una sorta di gioco strategico in cui ogni individuo sfrutta tutte le sue carte per ottenere il maggior numero di prole, che in termini etologici viene definita fitness, e non è altro che la misura del successo di un individuo nel mondo animale... Anche le castagnole, insomma, fanno carriera…

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