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Bergeggi Diving Shool

Biodiving: photosub, marine biology, diving school

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Anguille, viaggiatrici nate
di Silvia CASTELLI


  
Grongo (Conger conger)
Foto di Francesco RASTRELLI
Classe: Osteitti o Pesci ossei
Ordine: Anguilliformi
Famiglia: Anguillidi
Genere: Anguilla
Specie:
Anguilla anguilla (Linneo, 1758)

Le anguille comprendono circa 600 specie raccolte in 22 famiglie. Tra queste, le più importanti sono quella degli anguillidi (alla quale appartengono quelle d'acqua dolce), dei congridi (comprendente il grongo) e dei murenidi (le murene). La variabilità individuale spiega come a questo pesce siano stati assegnati, in passato, diversi nomi. Tutti gli individui europei appartengono alla specie Anguilla anguilla; molto simile alla specie nordamericana Anguilla rostrata.
Il nome deriva dal latino ANGUIS, serpente, con evidente riferimento alla sua forma. L'Anguilla adulta, infatti, è un pesce osseo dal corpo subcilindrico, allungato, compresso lateralmente nella porzione caudale, serpentiforme. La bocca è munita di minuscoli denti aguzzi e uniformi in serie. La mandibola è più lunga della mascella. Sono presenti un paio di narici anteriori situate all'apice del muso, dotate di un piccolo tubulo ed un paio di narici posteriori vicine al bordo anteriore degli occhi. L'occhio è rotondo.


  
Grongo (Conger conger)
Foto di Cristian UMILI
Le pinne pettorali sono molto corte e tondeggianti, mentre la pinna dorsale e quella anale sono fuse alla caudale e i loro limiti sono difficilmente identificabili, le ventrali sono assenti. Le pinne dorsali e anali, forniscono a questi nuotatori forti e flessuosi, gran parte della spinta.
La pelle, viscida per la presenza di un'abbondante sostanza mucosa, è ricoperta da squame molto piccole e profondamente affondate nei tegumenti stessi, che compaiono dopo il sesto anno di vita.
La colorazione varia con la maturità dell'animale: l'individuo immaturo (anguilla gialla) si distingue dagli adulti per i piccoli occhi, il muso largo, la colorazione verde-bruna sul dorso, mentre quella ventrale è argentea o argentea-giallastra. Nel soggetto maturo (anguilla argentina) la colorazione del dorso è bruno-verdastra, talora grigia o quasi nera, il ventre è argenteo, bianco brillante o giallastro.

Le femmine, più grandi dei maschi, raggiungono una lunghezza di circa 1 metro per un peso medio di 2 kg (arrivando anchea 5- 6 kg, per una lunghezza di 1,5 metri -capitoni-), possono vivere fino a 50 anni, mentre i maschi rimangono, quasi sempre, sotto i 50 cm, con un peso di 150-200 grammi e vivono al massimo 15 anni.

I giovani di anguilla presentano le gonadi indifferenziate fino a 12-15 cm di lunghezza. Tra i 14 ed i 18 cm avviene la differenziazione del sesso. Nel periodo iniziale di questa fase si hanno solo oogoni ed ovociti, successivamente, nello stesso individuo, si formano anche spermatogoni e spermatociti. A questo punto hanno già un'età compresa tra i 5 e gli 8 anni (e una lunghezza di 18- 30 cm) e si trovano in una condizione d'intersessualità, poiché nella stessa gonade coesistono elementi germinali maschili e femminili, sebbene ancora immaturi. Solo successivamente uno dei due sessi prende il sopravvento con una mascolinizzazione o una femminilizzazione definitiva.


  
Grongo (Conger conger)
Foto di Antonio COLACINO
E' un predatore molto vorace; e si serve del fine olfatto per predare gli invertebrati presenti sul fondo, i pesci, le uova di pesci, i crostacei, i vermi e anche gli anfibi. È predata di rado da mammiferi e pesci carnivori perché il suo sangue contiene un veleno (l'ittiotossina) che agisce sul sistema nervoso e può essere pericoloso anche per l'uomo se viene in contatto con tagli o ferite sulla pelle.
L'anguilla è lucifuga, cioè rifugge la luce del sole. Durante il giorno vive nascosta nel fango del fondo, sotto i sassi e dove l'acqua è più profonda e quindi arriva meno luce, oppure tra la vegetazione acquatica. Al tramonto, da spietata cacciatrice qual è, lascia il suo rifugio e parte alla ricerca di cibo.

La sua vita risulta avvolta dal mistero. Gli antichi, tra cui Plinio e Aristotele, ritenevano che questa creatura si riproducesse per generazione spontanea dal fango o che nascesse dalle viscere della terra. Si dovette attendere il 1777 perché uno scienziato italiano, Carlo Mondini, rilevasse le ghiandole sessuali completamente sviluppate in una femmina, e soltanto nel 1824 fu possibile riscontrare un esemplare adulto di sesso maschile. Nonostante tali scoperte, non si era ancora in grado di stabilire l'origine geografica di questi animali. Finché nel 1896 due ricercatori, sempre italiani, Giovanni Battista Grassi e Salvatore Calandruccio, scoprirono che l'anguilla derivava per metamorfosi da un minuscolo pesce, il Leptocephalus brevirostris, che costituiva lo stadio larvale dell'anguilla adulta. Rimaneva comunque, ancora oscura la zona di riproduzione.
Solo nel 1922 il danese Schmidt scoprì che quelle europee, giunte all'età di 10-18 anni le femmine e 8-15 i maschi, attraversano l'Atlantico per oltre 4.000 chilometri in 3-5 mesi (ossia una ventina di chilometri al giorno) per raggiungere il mare dei Sargassi.


  
Anguilla serpente (Myrichthys n.d.)
Foto di Leda MASI
Gli studiosi non hanno ancora potuto accertare se quelle che popolano i fiumi del bacino mediterraneo vadano anch'esse a riprodursi nel Mare dei Sargassi, o se piuttosto non si fermino in qualche punto misterioso e non ancora identificato del Mediterraneo.
L'Anguilla vive sia nelle acque dolci sia in quelle marine perché è un pesce "eurialino", in grado cioè di sopportare notevoli differenze di salinità; si tratta di una peculiarità legata alle sue abitudini migratorie.

Come avvenga la riproduzione di questo pesce è tutt'ora un mistero; esistono molte teorie e tra queste la più accreditata è, come abbiamo detto, quella del danese Schmidt (1922). Secondo questo studioso, tutte si riprodurrebbero nel mar dei Sargassi, in pieno Oceano Atlantico. Si pensa che ogni anguilla possa emettere nelle acque calde del mar dei Sargassi, ad una profondità di 1000 metri circa, da 1 a 5 milioni di uova del diametro di 1-3 mm; le uova galleggiano verso la superficie, poiché contengono una sferula d'olio, e schiudono in circa 24 ore, dando origine a larve di 5 mm. Dopo la frega, gli adulti muoiono per la fatica e i disagi sofferti nel viaggio, tra cui l'astenia ed il digiuno effettuati durante la migrazione. Le larve (o “leptocefali”) di quelle europee, sono mescolate insieme alle larve delle americane finché, dopo varie settimane, lasciandosi trasportare alla deriva dalla Corrente del Golfo, le specie inspiegabilmente si separano e prendono ognuna la corrente che la porterà al proprio paese d'origine. Una parte di esse, infatti, migra verso il Nord America, e l'altra verso l'Europa (non è mai stato segnalato un'esemplare americano in Europa o viceversa). Le larve americane compiono in un anno la traversata fino alle bocche dei fiumi dell'America Settentrionale, mentre quelle europee impiegano due anni per il loro viaggio, molto più lungo. Durante questo viaggio le larve mutano. Il leptocefalo è trasparente, alla nascita raggiunge 4-5 mm ed ha forma nastriforme; in seguito all'età di 2 mesi, assume aspetto fogliforme. Conduce vita pelagica negli strati marini superiori (fino 300 metri di profondità) e si nutre di plancton ed è predato dai pesci. Il momento in cui i leptocefali raggiungono le coste Africane ed Europee, coincide all'incirca con la loro trasformazione in “ceche”, piccolissime anguille tra i 60 e i 90 mm. Il nome di “ceche” deriva dal fatto che erroneamente in passato erano credute prive di occhi. Le ceche si ammassano alle foci dei corsi d'acqua o delle lagune e iniziano una migrazione anadroma, penetrano cioè nelle acque dolci nuotando contro corrente; accrescendosi perdono rapidamente la trasparenza per l'accumulo di pigmento.


  
Murena (Gymnothorax funebris)
Foto di Roberto SOZZANI
È in questo momento che avviene la “montata” dei fiumi, destinata a portare le giovani anguille anche nelle nostre aree umide: una parte di esse arriva persino in laghi non comunicanti con i fiumi, percorrendo vene d'acqua sotterranee e attraversando prati umidi. Ad un anno dalla metamorfosi misura circa 8 cm, mentre alla fine del secondo anno dai 17 ai 19 cm ed è a questa lunghezza che compaiono le squame.

Il passaggio dall'anguilla gialla a quella argentea si verifica in un periodo compreso tra i 7 e i 20 anni, quando le femmine sono lunghe tra i 50 e i 100 cm e i maschi tra i 30 e i 50. A questo punto una sorta di orologio interno ordina loro di tornare verso l'oceano. L'occhio diventa più grande (per permettere la visione nella profondità dell'oceano); l'intestino inizia a ridurre le dimensioni, mentre gli organi riproduttori s'accrescono e cambia anche il colore: il dorso si fa più scuro, i fianchi e il ventre diventano bianco-argento (più simile ai colori oceanici), l e narici appaiono dilatate, il muso diviene più stretto ed acuto, l'occhio diventa doppio del normale, le pinne pettorali diventano lanceolate, le squame e la linea laterale si fanno più evidenti, la pelle assume un maggior spessore, aumenta la melanina sul dorso e la guainina sul ventre. I numerosi cambiamenti gli permetteranno di adattarsi agli ambienti marini aperti ed oceanici. Infatti, in autunno inizia una delle più incredibili migrazioni del mondo animale, durante la quale completano lo sviluppo sessuale: scendono i fiumi, raggiungono le coste e il Mar dei Sargassi. L'istinto è talmente forte, che se gli stagni in cui vivono rimangono privi di emissari, si dirigono verso i fiumi strisciando attraverso prati e campi, grazie all'orifizio delle branchie molto stretto che ne evita il disseccamento.

E' stato osservato che, se per motivi idrogeologici o biologici, non intraprendono la migrazione al mare, prolungano lo stato di "anguilla gialla".


  
Anguilla Coccodrillo (Brachysomophis crocodilinus)
Foto di Paolo Eugenio GABRI
Provenienti da aree diverse, arrivano al Mar dei Sargassi in momenti diversi e si accoppiano con chiunque si trovi per caso nei dintorni e si dimostri disponibile: con maggior probabilità, della stessa regione.

“Questo risultato non è così sorprendente, ma è molto importante”, afferma Simon Archer, biologo della University of Surrey di Guildford, nel Regno Unito, che studia da tempo la genetica della popolazione delle anguille. “Molti ricercatori sospettano che all'interno dei Sargassi, o in aggiunta ad esso, esistano molteplici gruppi o territori d'accoppiamento". Archer sostiene la possibilità che quelle del Mediterraneo, per esempio, si accoppino nel loro mare natio, dal momento che non sono state viste migrare grandi quantità attraverso lo Stretto di Gibilterra. Accoppiarsi con individui della propria zona, potrebbe servire a preservare i geni che si sono adattati a vivere, o a raggiungere a nuoto, un determinato luogo. Un'altra possibilità, dice Wirth, è che le diverse popolazioni abbiano degli orologi genetici programmati per avviare la migrazione o la riproduzione in momenti diversi.

Nella storia, l'Anguilla ha avuto una notevole importanza economica, l'allevamento, infatti, ha radici antiche. I Greci le pescavano e poi le stabulavano con un costante ricambio d'acqua. In Oriente erano considerate degli animali sacri, in Boezia, invece le più grosse venivano sacrificate alle divinità. Anche i romani le allevavano, tanto che Plinio notava come fosse l'unico pesce che, quando muore, non viene a galla.

In Italia l'allevamento costituisce un'industria redditizia, praticata su vasta scala in molti fiumi, laghi, nelle lagune e nelle valli del Veneto e di Comacchio, dove vengono catturate durante la montata in appositi recinti di canna, detti “lavorieri”, per essere poi immesse sul mercato al momento opportuno.

L'Italia è il primo produttore europeo e parte della produzione nazionale viene esportata.

@ CURIOSITA': nomi dialettali

Le femmine mature più vecchie e grandi sono chiamate Capitoni. Alcuni dei nomi dialettali usati in letteratura sono: Anguella (Abruzzo); Angidda, Capituni (Calabria); Cuzzutella, Storta campagnola (Campania); Anzile, Burattèl (Friuli Venezia Giulia); Ciriòla (Lazio); Anhilla, Anghilla (Liguria); Anguella, Bisciatto (Marche); Angarone, Capomazzo (Puglia); Anguid-da, Anghidda, Zuncurrunu (Sardegna); Ancidda, Anguidda, Ambidda (Sicilia); Cannaiola, Cieche (Toscana); Anguila, Buratèli (Veneto); Altri pseudonimi locali sono: bigatto, Anghi, Capitone, risato, marcagghiuni, pantanina, macchione, orba, ragani, intona.


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