Alle prime tenui luci dell'alba la superficie del mare appare ricoperta
da una mucillagine multicolore paragonabile ad una nevicata dal basso verso
l'alto: è il mattino che segue ad un'altra "notte dei coralli",
fenomeno che si ripete puntualmente ogni anno da secoli e che una leggenda giapponese
vuole sia l'esternazione della fecondità delle dee del mare.
I coralli furono anche definiti come "inventive producers", per evidenziare
che questi organismi possono riprodursi sia in forma sessuale che asessuale;
Il primo sistema di riproduzione, spesso, la colonia presenta i caratteri tipici
dell'ermafroditismo con la produzione di sperma ed uovo da parte dello stesso
polipo, o di polipi diversi, oppure può alternare i caratteri maschili
e femminili, mentre sono rari i casi delle specie con i due sessi separati e
distinti.
La maturazione delle cellule sessuali femminili dura circa sei mesi, seguita
dopo altri due dalle maschili e, dopo questa fase, uova e spermatozoi vengono
emessi sotto forma di agglomerati dalle forme più varie ed evanescenti.
La loro emissione contemporanea e necessariamente sincronizzata, studiata soltanto
dal 1982, ha accertato che è strettamente legata al clima ed alle fasi
lunari avvenendo esclusivamente di notte, poco dopo il tramonto, qualche giorno
dopo il plenilunio ed a primavera inoltrata quando le acque tendono progressivamente
a riscaldarsi.
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Madrepora in riproduzione (Acropora tenuis)
Foto di Peter Harrion. |
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L'incontro tra le due cellule della stessa specie è
guidato da fattori chimici, e dopo la fecondazione dell'uovo, inizia lo sviluppo
embrionale che porta nel giro di qualche ora alla formazione di una larva, detta
planula, la cui lunghezza varia tra 0,5 e 2,5 mm. Questa, influenzata dalla
luce, si porta verso la superficie e, trasportata dalle correnti, vaga per giorni,
settimane od anche mesi a seconda delle specie di appartenenza, agevolata nel
galleggiamento da una riserva lipidica.
Quelle originatesi per fecondazione interna già al momento della loro
espulsione contengono le zooxantelle (le alghe unicellulari essenziali per il
loro mantenimento in vita) mentre altre, formatesi all'esterno, ne sono prive
e le dovranno assumere dall'ambiente circostante durante la loro fase di crescita.
Queste alghe si ammassano a milioni all'interno di ogni singolo polipo costituendo
a volte anche il 50% della sua massa totale, e ricambiano l'ospitalità
del polipo eliminandogli i prodotti di rifiuto e rifornendolo di ossigeno ottenuto
sfruttando l'anidride carbonica prodotta dalla respirazione.
Le madrepore quindi sono costrette, per poter sopravvivere, a colonizzare solo
quelle parti di fondale più luminoso dal momento che le alghe svolgono
la funzione clorofilliana solo in presenza della luce solare,motivo per il quale
è molto difficile trovare coralli a profondità superiori ai 60
m.
Al termine della loro vita pelagica le larve, sopravvissute alla predazione
da parte degli altri animali marini, in seguito ad un fenomeno di fototropismo
negativo si spostano verso il fondo aderendovi. Subito dopo essersi insediate
possono, a volte, spostarsi se il posto risulta loro inadatto per una cattiva
illuminazione o l'eccessiva presenza di colonie della stessa specie.
Dopo aver definitivamente aderito al substrato prescelto, sempre
con l'apparato orale rivolto verso l'alto, iniziano a modificarsi: mentre la
parte inferiore si trasforma in disco, le cellule ectodermiche, ossia le cellule
della parete embrionale esterna, cominciano a secernere il carbonato di calcio,
sintetizzato sotto la forma di fibre di aragonite, la cui regolare sovrapposizione
origina il primo polipo della colonia, detto coralline, e che vivrà solitario
per alcune settimane.
Il secondo sistema di riproduzione, quello asessuale che si alterna al primo,
avviene con due diverse modalità a seconda delle varie famiglie di appartenenza.
Nella prima il disco orale del polipo si ripiega fino ad assumere la forma di
un otto e forma due bocche distinte duplicando anche tutti gli altri organi
e strutture dando origine a due polipi identici.
Nella seconda, definita dai biologi "gemmazione", la parete interna
si estroflette fino a formare una nuova piccola bocca contornata da un'aureola
di minuscoli tentacoli dando origine ad un novello polipo di minori dimensioni
già in grado di secernere il carbonato di calcio per costruire la propria
teca.
Entrambi questi processi di riproduzione si ripetono a catena generando colonie
di migliaia di esemplari tutti discendenti dal primo corallite: ed inizia così
uno dei capitoli più affascinanti della biologia marina, quello dei minuscoli
architetti del mare, i costruttori del più antico e più complesso
ecosistema oggi esistente e che non ha imitazioni nella terra emersa, con l'eccezione,
forse, della foresta pluviale tropicale.
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