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  Gli Articoli di MondoMarino.net
Che vita in quegli abissi
di Silvia CASTELLI


  
Lambrea (Zu cristatus)
Foto di Marco GARGIULO
L'ecosistema marino è il più vasto ambiente della Terra e comprende tutti i fondali oceanici. I principali fattori che influiscono sulla distribuzione degli esseri viventi sono la luce e i nutrienti. La luce solare penetra solo fino a 200 m e qui si concentra la maggior parte degli organismi marini.
Procedendo verso il basso, la temperatura dell'acqua tende a diminuire: a 2000 m si registra una temperatura di 3°C e a 3000 m di soli 2°C, sui fondali si può sfiorare lo 0°C. La pressione invece aumenta, 1 atmosfera ogni dieci metri. Il mare profondo è dunque un ambiente estremo, abitato da pochi organismi.

Le strategie evolutive per sopravvivere in questi ambienti hanno fatto sviluppare forme di vita molto particolari, adattate ad un ambiente caratterizzato dalla mancanza di luce solare, dalla quiete delle acque, dalla salinità e dalla temperatura costante (tra 0° C e 5 °C) e da una fortissima pressione. Ciò permette la sopravvivenza solo ad animali che hanno un metabolismo molto lento, e la conseguenza che è che questi organismi vivono molto a lungo. Ad esempio, certi molluschi bivalvi, lunghi non più di 3 cm, che vivono nel Nord atlantico, sembra raggiungano un'età superiore ai 250 anni!

  
Brotula (Grammonus ater)
Foto di Virgilio LIGUORI
Proprio per le condizioni dell'ambiente in cui vivono, gli animali sono spesso ciechi o con occhi ridotti e primitivi mentre alcuni sono dotati di fotofori, organi che emanano luce. Gli organismi sono quasi tutti carnivori o saprofagi, ossia si cibano dei corpi degli organismi che vivono in superficie e che alla morte precipitano negli abissi, del plancton (ormai morto) che lentamente scende sul fondo e persino di pezzi di balena. A questi si aggiungono, naturalmente, i detriti portati in mare dai fiumi, che scivolano lungo i ripidi canyon della piattaforma continentale.
La mancanza di cibo è tale che molti pesci abissali, pur di non farsi scappare le poche prede, hanno sviluppato una bocca enorme, con denti lunghissimi e stomaci in grado di dilatarsi notevolmente, che permettono loro di ingoiare in pochi istanti corpi molto grandi, a volte anche maggiori del proprio.
Per non sprofondare sul fondale, mobile e fangoso, alcuni pesci si sono sviluppati in larghezza, altri sono muniti di pinne allungate.
Gli scheletri sono in genere poco calcificati ed i tessuti molli; la colorazione è scura.
La fauna abissale ha spesso forme mostruose, ma non supera in genere i 10 cm di lunghezza.

E' in questa zona che vivono quei sorprendenti animali marini luminosi. Circa i due terzi della popolazione abissale, infatti, possiede organi luminosi al fine di illuminare ciò che li circonda. Questi organismi marini utilizzano la loro bioluminescenza come lampadina ed anche come tecnica predatoria.

Ci sono circa 200 specie di pesce lanterna (Cryptosaras coesi), sono generalmente piccoli pesci lunghi circa 15 cm, e sono chiamati così a causa degli organi laterali luminosi, che gli consentono di adescare le prede, attrarre i loro partner e anche a scopo di difesa.
I pesci accetta sono piccoli pesci (6 cm) ossei dalla strana forma. Si ritrovano a profondità fra i 200 e i 1400 m più frequentemente nel Pacifico occidentale. Il corpo presenta escrescenze luminose puntiformi ed anche gli occhi sporgono dal corpo. Mangiano uova ed avanotti d'altri pesci, la bocca è dotata di denti molto appuntiti. Anch'essi sono dotati di bioluminescenza.


  
Pesce vipera (Stomias boa)
Foto di Vincenzo DI MARTINO
Il pesce vipera (Chauliodus sloani) è uno dei più feroci predatori degli abissi, generalmente è un piccolo pesce di circa 30 cm ma può arrivare ai 60 cm, vive alla profondità di 1500 - 2500 m in acque molto fredde. Ha un modo curioso di attrarre le prede: possiede delle luci dentro la cavità boccale, circa 350 piccoli organi luminosi.
Gli angler fish (Bufoceratias weedi), sottordine dei Ceratioidei, sono pesci che vivono in mari profondi. Si trovano fra i 500 e i 3000 m di profondità. Sono caratterizzati dalla presenza, generalmente solo nelle femmine, di un'asta, sulla sommità del capo, (illicium) dotata di una piccola "lanterna" usata per attrarre le prede; in molte specie la luminescenza è dovuta a batteri luminosi che vivono in simbiosi. La femmina si nutre di pesci e gamberetti che sono attratti dai suoi organi luminescenti ed attrae le prede anche con la vibrazione della sua esca.

Negli abissi marini vi sono ambienti ritenuti estremi ed impossibili per la vita. Tutti gli organismi che vivono in questi ambienti sono indicati con il nome di "estremofili". Questi organismi vivono nella zona delle faglie vulcaniche sottomarine, vicino al magma che ribolle sotto la superficie terrestre, e quindi anche sotto i fondali marini.
Ad oltre 2600 m di profondità dal fondo marino si alzano le dorsali oceaniche, piccoli coni, che dalla cima emettono un denso pennacchio nero (Black smokers). Qui la temperatura dell'acqua può passare dai 400° C, in vicinanza delle fumarole, a 1-2° C, a qualche metro di distanza, ma l'acqua, anche dove raggiunge i 400° C, non bolle; lo impedisce la gigantesca pressione esercitata dai 2500-3000 metri di mare sovrastante.
Vicino al cono l'acqua è ricchissima di anidride solforosa, che, in queste concentrazioni, è un vero e proprio veleno.


  
Riccio matita (Stylocidaris affinis)
Foto di Giorgio COMITINI
Proprio in vicinanza del getto d'acqua caldissima delle fumarole, si trovano strani "cespugli" di vermi lunghi fino ad un metro, conchiglie giganti, granchi e gamberi che sfruttano l'emissione dal fondo di acqua calda (con temperature fino a 600° C) e ricca di sali minerali che proviene dal sottosuolo riscaldato dal magma baltico.
Questi animali sono completamente differenti da ogni altro che vive sulla Terra. Infatti, mentre ogni catena alimentare comincia, sia sulla terraferma sia in mare, con la luce del sole, l'acqua ed i vegetali in grado di effettuare la fotosintesi, vicino alle Black smokers alcuni batteri utilizzano l'anidride solforosa invece della luce solare.


  
Verme dal ciuffo bianco (Protula sp.)
Foto di Giorgio COMITINI
Questi batteri rappresentano il primo anello di una catena alimentare costituita da vermi, molluschi, crostacei e pesci tutti con caratteristiche particolari. Ad esempio i vermi giganti non hanno né bocca né apparato digestivo: vivono in simbiosi con i batteri. I gamberi, che stanno un po' più lontano, possiedono, al posto degli occhi, dei sensori ad infrarossi che gli permettono di distinguere i getti delle fumarole, evitando così di scottarsi.


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